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44 memorie di famiglia

Iacopo, ed in lui si confidava piú, per essere tenuto piú savio, non giá perché fussi piú servile; anzi fra l’altre sue proprietá ebbe questa di dire liberamente quello gli pareva, di che Lorenzo si adirò qualche volta seco, ma el piú delle volte lo sopportò, conoscendo veniva da bontá di natura. La autoritá sua, massime dallo 83 al 90, fu grandissima, e puossi dire arditamente che in quello tempo doppo Lorenzo e’ fussi el primo uomo della cittá. Fu molto bene voluto universalmente dal popolo e dagli uomini da bene, ed ancora fuori della cittá da’ soldati e condottieri nostri, de’ quali assai quando e’ morí lo piansono come padre. Ebbe etiam amicizie con molti principi, ed infra gli altri el duca Galeazzo nel 76 che vi fu imbasciadore lo amò assai, benché etiam prima gli volessi bene. Ebbe grande amicizia col duca di Calavria e col cardinale di Mantova, la quale negli ultimi tempi non tratenne molto per non ne dispiacere a Lorenzo, a chi veniva in sospetto ogni grandezza di cittadino troppo eminente. Ebbe una sola moglie, Guglielmetta figliuola di Francesco de’ Nerli, della quale come sopra è detto fu felicissimo, e morí vivente ancora lei. Èbbene uno solo figliuolo maschio per nome Piero, del quale innanzi morissi vide nati sei o sette nipoti. Ebbe una sola femina per nome Maddalena, la quale maritò a Bernardo di Francesco Vettori; e però oltre alla felicitá della vita passata morí eziandio felicissimo, lasciando figliuoli, nipoti, ricchezze, stato, onori; e quello che è di piú conto la integritá della conscienzia.


Messer Rinieri Guicciardini fu figliuolo bastardo di messer Luigi Guicciardini, el quale acquistò sendo a Pisa consolo di mare, di una schiava di Bindo Galletti, chiamata Margherita. Costui si fece prete sendo ancora piccolo fanciullo, e per essere abile al canonicato si fece per rescritto ancora fanciullo dottore di ragione canonica; e perché el padre gli aveva giá fatti avere qualche benefici e degnitá, ed aveva el modo a fargliene avere degli altri, desiderando accompagnarlo colle virtú, lo mandò essendo lui di anni ventuno a studio a Pavia e poi doppo qualche anno lo transferí a studio a Pisa che si era