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memorie di famiglia 29

cesco de Nerli, allora piccola fanciulla, con dota di fiorini 3500 di suggello, che erono allora come di grossi o poco meno; e benché la ventura della dota fussi grande, rispetto alle poche facoltá gli avevano a rimanere del padre, nondimeno non fu minore anzi molto maggiore per la qualitá della fanciulla, che non solo ebbe compiutamente tutte quelle parte si aspettano a una donna, e di forma che fu piú che mediocre

    che vi andò sola; tornò di giugno. Andò nel 59 capitano del Borgo a San Sepolcro.
    Andò nel 62 di ottobre capitano delle galee di ponente con tre galee; tornò d’agosto 1463.
    D’aprile nel 65 andò a Napoli per le nozze del duca di Calavria dove etiam era Pandolfo Pandolfini, ma per la sua malattia Iacopo solo fece le cerimonie.
    Di gennaio nel 65 andò vicario di Anghiari.
    Al principio d’ottobre 1466 andò a Vinegia ed a Milano con messer Tommaso Soderini.
    Al principio del 1467 andò capitano d’Arezzo, e passando don Alfonso con le gente del re a unirsi col duca di Urbino, l’ebbe a incontrare in su’ confini ed accompagnarlo insino in campo.
    Di settembre 1468 al duca di Milano per la morte della madre, ed ebbe certa commissione sopra le cose di Lunigiana.
    Nel 1469 imbasciadore a Roma dove era messer Otto, e furonvi insieme: tornò di dicembre, lasciatovi messer Otto.
    Andò imbasciadore a Napoli nel 1470 con Pier Francesco de’ Medici, ed essendo restato a Napoli solo, fu per la morte di messer Otto mandato a Roma dove era Pier Francesco per la pratica della lega universale; partissi alla fine dell’anno per andare capitano di Pisa dove era stato prima; ma per mandarlo a Napoli gli fu prolungato lo entrare in ufizio per sei mesi; innanzi che andassi a Napoli era al principio dell’anno andato lui e Donato Acciaiuoli in quello di Pistoia per sedare certe differenzie.
    Andò nel 72 con messer Donato Gianfigliazzi commessario alla impresa di Volterra; e nel tempo medesimo entrò vicario di San Giovanni: che andò di campo a pigliare l’uficio e tornò in campo subito, e poi finita la impresa tornò a San Giovanni.
    Di luglio nel 74 lui e Donato Acciaiuoli commessali a Pistoia per loro differenzie.
    Di febraio nel 75 andò imbasciadore a Milano; tornò di dicembre nel 76. Andò nel 1478 commessario generale in campo.