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188 consolatoria

tu non fussi vivuto molto onorato e felice, e poi fai el conto se l’avergli avuto piú presto, ed essersi accumulato l’uno sopra l’altro, è stata infelicitá o felicitá. Dirai certo, né potrai dire altrimenti, che è stata somma felicitá, né potersi dire che siano finiti presto, ma che siano venuti presto quegli che ti sarebbe parso assai se fussino venuti tardi: sarebbe come se uno operaio che ha in tutto uno dí a fare una opera, si lamentassi d’averla finita a mezzodí, e che gli avanzassi vacuo el resto del dí, come uno mercatante che desiderassi guadagnare in trenta anni verbigrazia trentamila ducati, e la buona sorte gli dessi che gli guadagnassi in dieci.

Però a me pare che né le infamie avute a torto ti debbino cruciare, perché trovandoti innocentissimo manca quella cagione che era la principale a arrecarti dolore, e perché secondo la natura delle cose tu hai a tenere per certo che la si purgherá presto, e resterai in quello concetto di integritá e virtú che meritano le opere ed azioni tue. Manco ti debbe dare affanno l’avere consigliato la guerra che ha avuto cattivo successo, perché oltre che per la liberazione del re la era deliberata sanza el consiglio tuo, se fussi stato errore sarebbe stato di giudicio e non di voluntá: ma el consiglio secondo la occorrenzia delle cose fu buono, né el consultare è obligato agli effetti; e massime che anche in questi tu hai per la parte tua fatto tanto, che se gli altri avessino fatto el simile, non sarebbono le cose dove sono. Né ti tormenti d’avere perduto quello che ottenevi della Chiesa, perché erano cose aliene e che tu sapevi potere perdersi ogni dí; anzi t’hai da contentare e reputare guadagno che sono durate molto piú e maggiore che ragionevolmente non sperasti da principio. Né ti paia essere infelice se ancora in Firenze sei alienato dalle faccende e dal governo, perché quando bene anche questo durassi continuamente, il che non è credibile, tu che sei vivuto in esse lungamente, ed a chi sono accadute molte cose prospere, sai che non vi è drento quel contento e satisfazione di animo che molti credono. N’hai cavato facultá tali che se Dio te le conserva, potrai vivere onestamente secondo el costume