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44 dialogo del reggimento di firenze


Donde vedrete distendersi tanto e farsi si universale, non dico el desiderio degli utili, perché questo sarebbe tollerabile, ma le ambizioni degli onori e del governare, che sanza dubio andranno con poca distinzione; conciosiaché nella moltitudine sono piú senza comparazione gli insufficienti, e però la diligenzia o la ambizione del minore numero non potrá resistere a questa piena. Mi darebbe el cuore nominarvene venticinque che voi vedrete avere favore al gonfaloniere ed a’ dieci, che io non so se e’ vi paressi troppo el fargli de’ cinque del contado, o degli ufíciali della torre. Né crediate che benché el popolo sia buono ed abbia nome di buono, e’ cattivi non ci abbino a avere luogo, perché la medesima ignoranzia che sará causa che a’ dapochi sia dato quello che si arebbe a dare agli uomini d’assai, fará spesso mettere e’ cattivi dove arebbono a stare e’ buoni. El popolo, come io ho detto, va alla grossa, non discerne né pesa sottilmente le cose, però con facilitá ò ingannato da chi si ingegna parere buono; pensa ciascuno, agli esercizi suoi, né fa diligenzia di informarsi del vivere di questo e di quello; però non gli sono note le opere particulari di ognuno, e piú lo moverá el portare uno el collo torto, che è cosa che si vede senza che la si cerchi, che le azioni sue, perché non le sanno; e cosí facilmente si appiccherá, e sará creduta, una infamia adosso a uno che non la meriti, come uno bene di uno che sia lo opposito.

Da non pensare alle cose e non ne tenere conto diligente, nasce la oblivione, perché ancora che uno si porti male in uno magistrato ed in modo che sia noto, nondimanco si dimentica presto; né mi negherete ancora che in quello consiglio si troveranno molti cattivi, e’ quali non possono tenere le fave a’ suoi simili. Per queste cause adunche e per altre che appariranno alla giornata, dico che in quanto a quelli che non meritano o per insufficienzia o per bontá, si distribuiranno, a giudicio mio, peggio gli onori e gli offici, che non si faceva a tempo de’ Medici e che non si fará forse mai in uno governo simile; perché chi ha la cura d’uno stato tale esamina diligentemente la natura e qualitá degli uomini, e dove gli bisogna mettere