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libro primo 33


Soderini. Piero ha toccato in modo tutti e’ capi principali, che io giudico sia abastanza, massime che a volergli narrare tutti sarebbe troppo lungo, perché in fatto e’ mali di quello tempo sono infiniti; e quello che Bernardo ha detto con veritá, che el modo di Cosimo e di Lorenzo fu mansueto a comparazione degli altri tiranni, o per la loro buona natura o per essere savi e bene consigliati, questa ragione dico che mi fa più avere in odio simili governi, perché se sotto uno tiranno piacevole e savio si sopportano tanti mali, che si può aspettare da uno che sia imprudente o maligno? Che si poteva aspettare da Piero, che oltre a non avere avuto prudenzia maggiore che voi sappiate, non fu anche di quella buona natura e dolcezza di sangue che furono el padre e lo avolo, e che ordinariamente suole essere la nostra nazione? Né è maraviglia, perché essendo nato di madre forestiera, era imbastardito in lui el sangue fiorentino, e degenerato in costumi esterni e troppo insolenti ed altieri al nostro vivere. Che si sarebbe poi potuto aspettare da’ figliuoli di Piero che sono Orsini da tutte le bande? Ma che dirò io? Che se bene Piero fussi stato simile al padre, le cose sarebbono sempre a ogni modo di necessitá andate in peggio, perché la natura degli stati stretti è che del continuo si vadino piú strignendo, e si augutnenti sempre la potenzia del tiranno, ed in consequenzia tutti e’ mali che procedano dalla grandezza sua. Considerate e’ progressi di Cosimo, e quanto egli fu maggiore nel fine della vita, che non era nel principio del 34. Lorenzo successivamente ebbe lo stato piú assoluto che Cosimo; e negli ultimi anni suoi era molto piú stretto in lui ogni cosa, e si strigneva a giornate, che non fu ne’ primi tempi doppo la morte del padre. El medesimo si sarebbe veduto in Piero, anzi giá si vedeva, avendo messo in mano ogni cosa a ser Piero da Bibbiena e tirato alla cancelleria di casa sua tutte le faccende che a tempo di Lorenzo solevano stare negli otto della prattica. E questo procedeva, perché, come ha detto Piero Capponi, chi ha lo stato stretto si diffida eziandio degli amici; a’ quali se bene piace el partici pare, nondimeno quando anche