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24 dialogo del reggimento di firenze


non fu maraviglia che la memoria si fresca di tanti mali gli facessi per qualche tempo stare piú uniti che non sarebbono stati. La seconda, che alla cittá non furono mai fatte piú pericolose guerre né piú lunghe né da piú potenti inimici; perché avemo la guerra gravissima col conte di Virtú, che durò dodici anni, e poi col re Ladislao, che furono di tanto peso e di tanto pericolo, che molto piú furono forzati, lasciato da canto le gare, attendere con ogni studio alla conservazione della cittá.

E nondimeno, leggete e considerate bene le vostre croniche, quello non fu governo libero, perché ogni cosa fu in mano di pochi cittadini, ed el popolo non vi ebbe, si può dire, parte alcuna; né fu anche pacifico, perché vi furono spesso novitá e travagli; né a pena ebbono finito di assicurarlo e stabilirlo che vennono tra loro in nuove divisioni, e sursono quelle parte donde poi nacque el 33 ed el 34. Però vi dico che, considerato bene tutto questo discorso, quello governo non fu tale, né durò tanto che voi dovessi contentarvi, se bene ne avessi introdotto uno simile; perché chi si fa autore di fondare stati nuovi, e massime sotto el nome della libertá, debbe proporsi per fine di fare migliore governo e piú lungo, non essendo ragionevole procedere nelle cose publiche con la misura solo di quegli pochi anni che egli ha a vivere; ma debbe andare con la misura della vita della cittá e della posteritá, la quale abbiamo a sperare, o almanco a desiderare, che sia perpetua. Di poi, se pure vi paressi assai in una cittá fluttuosa ed inquieta come la nostra, fondare uno stato di quella sorte, vi dico che non avevi a sperare che vi potessi riuscire, perché mancavano in voi quelle ragioni che lo causorono. E se voi mi dicessi: gli era pure possibile, e noi potremo pure avere avuta questa felicitá che fussi tornato a’ tempi nostri, io ve lo confesso; ma se e’ si ha a arguire dalla ragione, si doveva credere a venti per uno el contrario; se dalla esperienzia, el medesimo. Però io non so che prudenzia sia fondarsi in sulla speranza che una cosa abbia a succedere in uno modo, quando è solita quasi sempre a succedere al contrario. Ma lasciamo