Pagina:Guicciardini, Francesco – Dialogo e discorsi del reggimento di Firenze, 1932 – BEIC 1843020.djvu/295


nota 289


p. 35 Can., e sono quelle — B, che sono quelle
»  45 Can., tanti che ordinariamente — B, tanti che si potessi dire che ordinariamente.
»  52 Can., cittá ordinate — B, cittá bene ordinate
»  69 Can., fiacchissima — A, affaticatissima — B, stracchissima
»  73 Can., quanto era piú grande tanto venivano a essere piú potenti — A, quanto era piú grande e piú potente la cittá tanto erano maggiori loro — B, quanto era piú grande e piú potente la cittá tanto venivano a essere piú potenti loro
»  77 Can., pensassino a — B, pensassino o
»  78 Can., e di manco valore — B, e manco valere
»  80 Can., non so se si possa — B, non so che si possa
»  81 Can., dispiaceri — B, dispareri
»  82 Can., allegare — B, assegnare
»  83 Can., e contentarvi — B, a contentarvi
»  85 Can., guadagnare — B, generare
»  93 Can., purché la si ordinassi — B, pure che come ho detto la si ordinassi
»  97 Can., manco male — B, manco malo
»  100 Can., si può chiamare — 13, si può piú chiamare
»  104 Can., Ci bisogna — B, E però ci bisogna
»  105 Can., di nobili ottimati — B, di nobili o di ottimati
»  109 Can., hanno a concorrere — B, aranno a concorrere
»  121 Can., sará causa — B, ará causa
»  139 Can., non vi siano — B, non vi sia
»  144 Can., ad escludere — B, di escludere
»  150 Can., sedizioni e — A, sedizione le quale — B, sedizione che
»  153 Can., scuoprono — B, scuopre
»  168 Can., rispetti — B, ricetti
Can., vedde — B, vede

Per quel che riguarda la lingua e grafia guicciardiniana, e le alterazioni che essa subisce attraverso la trascrizione del Canestrini, basterá riferirci a quanto scrivemmo nella Nota alle Storie Fiorentine.

Circa la lezione del testo, il Canestrini talvolta adotta quella di A, talvolta quella di B, senz’altra ragione di scelta che il suo capriccio, ma spesso, con quella specie di «compromesso»  argutamente notato dall’Otetea, fonde insieme le due lezioni, senza badare se il pasticcio che ne risulta offenda il senso o la grammatica.

Oltre l’esempio della p. 131 (del nostro testo) citato dall’Otetea, riportiamo qualche altro caso tipico.