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280 | discorsi del reggimento di Firenze |
uomini prudenti fanno le cose loro, farebbe uno vivo e gagliardo pignone alla casa sua per ogni tempo e per ogni accidente.
Queste sono le cose principali in quibus consistimi leges et prophetae, e le quali tutte si condurrebbono, ed a mio iudicio con poca difficultá, quando chi ha el pondo de’ casi nostri ci volessi attendere e mettere tempo e diligenzia e durarci drento qualche fatica; la quale, ogni volta che loro stimino la qualitá e fondamento di questa cittá e del governo, tanto quanto ragionevolmente doverrebbono stimare, non parrá loro male collocata, anzi iudicheranno ne resulti ottimo frutto, quando vedranno che la sia causa della soliditá e fermezza loro qui.
E se loro ne fanno poco capitale come hanno dimostro disino a qui, e pare loro che la sia cosa che non meriti el pregio a durare questa fatica, io non saprei che mi dire altro, se non che vadino drieto, ed el line loderá tutto; quale se sará buono, lo areno tanto più caro quanto piú sará fuora della opinione nostra, se sará altrimenti ne areno dispiacere; e massime che per molti conti è da dubitare assai che la ruina loro si tirerebbe drieto la ruina di tutta la cittá ed almeno di quelli che sono tenuti amici o favoriti da loro.
Questi fondamenti bisognerebbe aiutarli e condurli con qualche destrezza: mostrarsi grato ed umano allo universale e vivere con tutti con una piacevolezza conveniente; tenere piú sotto questi loro ministri e cancellieri, la grandezza ed autoritá de’ quali non potrebbe essere piú dispettosa a tutta la cittá ed a loro non reca utilitá alcuna, fa tutto carico e disordine sendo el piú delle volte uomini insolenti e mangiatori e poco esperti de’ modi e vivere nostro. Cosí è di importanza el lasciare li uomini liberi ne’ matrimoni, ne’ quali volere usare la autoritá o nello impedirgli o nel fargli, è cosa di poco frutto e che si tira drieto assai carico ed odio. Farebbe ancora favore assai collo universale el vedere che e’ pensassino qualche volta a’ benefici e commodi di questa cittá collo aiutare le cose de’ monti, li esercizi in su’ quali vive la cittá; riformare con buone legge e’ disordini che ci sono nelli ufici ed in tutti