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266 discorsi del reggimento di Firenze


sempre desidereranno mutazione per ritornare a quello consiglio grande e travagliarsi nel governo ed amministrazione publica.

Se adunque e’ Medici hanno tanti inimici che sono implacabili e che sempre a ogni occasione si solleveranno, sono forzati a fare dua cose: la una, batterli e dimagrarli acciò che li possino offendere meno,’la altra, opporre loro uno numero forte di amici e’ quali bisogna farsi partigiani e farli gagliardi e potenti collo ingrassarli ed arricchirli. 11 che non si può fare altrimenti che col volgere a questi li onori ed utili, col lasciarli crescere e valersi, perché da questo seguirá che vedendosi volgere tanto buono essere, ameranno svisceratamente la grandezza loro e per conservarla si metteranno a ogni pericolo, conoscendo che con quello de’ Medici si giucherebbe lo stato loro, ed essendo arricchiti saranno di piú forze e di ’ piú autoritá a mantenerli. Nessuna amicizia oggidí si misura se non quanto è accompagnata dalla utilitá, e dove non è questa non si può avere nessuna fede. Però bisogna quelli che lo stato elegge e disegna avere per amici, incorporarsegli in modo che vi vegghino drento tanto guadagno, ed e converso tanta perdita mutandosi lo stato, che li sforzi a conservarlo non-solo l’amore ma piú tosto la utilitá, anzi necessitá. La quale seguiterebbe gagliarda con questi modi; e massime che offendendo altri, ed a petizione dello stato e per le cupiditá loro private, temerebbono nelle mutazione non solo del perdere li onori ma le facuitá e la vita, e però sarebbe forza che non avessino rispetto a nulla per mantenerli. Ogni altro modo che si pigli è vano, perché li inimici rimangono assai e potenti, li amici pochi, freddi e non gagliardi. Queste e simili sono le ragione di quelli che persuadono questa parte; le quali benché paino colorate, io nondimeno ne sono in diversa opinione.