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che per uno tempo almanco, briga da loro avere non possiate, sono pochi e scarsi; e’ quali per potere meglio cognoscere, bisogna considerare donde naschino e’ pericoli. La casa de’ Medici è stata padrona di questo stato giá sessanta anni, e la fama della grandezza sua è stata chiarissima non solo per tutta Italia ma ancora di lá da’ monti. Da che nascono piú effetti: prima, non può essere che nella cittá e nel dominio non abbino di molti amici, avendo in tanto tempo intratenuto e beneficato molti in vari modi, e di questi si ha a dubitare che volentieri si maneggerebbono in ogni occasione che credessino potere giovare loro a ritornare in Firenze; nel quale grado medesimo e piú ardenti ancora sono tutti quegli, e’ quali si truovano avere peggiorato o nello utile o nell’onore le condizioni sue per la cacciata loro.

Secundario, per la riputazione grande che ha avuta tanti anni questa casa, è oppenione appresso a tutti e’ principi che loro abbino piú amici e piú partigiani in Firenze e nel dominio nostro che in veritá non hanno; però ognuno che desideri travagliare la nostra cittá e che ará guerra con noi, gli userá per instrumenti e, come si dice, per civetta, e dimostrerrá volergli mettere in casa, sperando per mezzo loro avere a fare nascere discordia in Firenze ed avere a suscitare novitá e rebellione nel dominio. Anzi saranno di quegli che veramente piglieranno la impresa di mettervegli, mossi o da disegno di potere con questa occasione smembrare parte del nostro stato o di valersi altrimenti di noi; e tale che per l’ordinario non penserebbe a farci guerra, non confidando poterci offendere, ora vedendo questa piaga aperta, o stimolato da loro o per sua inclinazione, ci volterá lo animo.

Terzo, e questo importa assai piú, ancora che in una cittá tutti gli uomini dovessino amare la libertá ed essere inimici de’ tiranni, nondimanco oltre a’ benificati ed interessati con loro, non mancano in qualunche cittá amici delle tirannide, e ne sono molti nella gioventú che desiderano vivere sciolti, né si riducono volentieri sotto la equalitá delle legge. Vedete che in Roma doppo la cacciata de’ Tarquini congiurorono molti