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libro secondo 147


e se voi volessi che gli uffici che si aranno a fare in consiglio grande si faccino tutti per le piú fave.

Bernardo. E’ viniziani non credo mettino termine alla etá del doge, e giá ne fu uno chiamato inesser Andrea Dandolo, di chi el Petrarca nostro fu molto familiare, che fu eletto di circa trenta anni o poco piú. El papa ancora lui può essere eletto giovane, e lo ultimo Bonifazio fu eletto di ventotto anni. E’ romani osservorono lungamente el medesimo nel consulato; di poi ordinorono che non potessi essere constile chi non avessi quarantadue anni. Furono in Roma molti giovani eccellenti, come gli Scipioni ed altri, e’ quali se per la etá fussino stati esclusi da’ magistrati, sarebbe stato danno grande della republica, in benificio di chi feciono giovani si egregie opere; ed el medesimo può accadere in ogni cittá ed in ogni etá. Nondimanco in uno grado supremo che abbia a stare a vita come questo, io lo vorrei di etá matura, perché oltre che la è ordinariamente piú moderata e manco pericolosa, ed ha seco piú maiestá, chi vi stessi anche tanto quanto potrebbe stare uno giovane, verrebbe troppo in fastidio agli altri. È fresco in Vinegia lo esemplo di messer Francesco Foscaro che fu si eccellente doge e si savio quanto avessi forse mai quella cittá, ed a tempo di chi feciono tanti acquisti; e nondimanco perché stette piú di trenta anni, venne tanto a noia a quegli gentiluomini, che allegando che era rimbambito perché altro non potevano dire, lo deposano.

Gli uffici principali, oltre a quello che ho detto del gonfaloniere e de’ senatori, vorrei che a ogni modo si facessino per le piú fave, come gli otto di balia, gli arroti al senato, el capitano di Pisa, di Arezzo, di Pistoia, di Volterra e di Cortona; e perché sono uffici importanti, e perché vorrei che questi gradi fussino come scale da onorare e’ cittadini, ché in uno governo libero dove si cerca di avezzare gli uomini alla estimazione degli onori e si pensa di dare pasto a molti di qualitá, è molto a proposito che vi siano piú gradi reputati che si può, che siano come scale l’uno a l’altro; e però fanno saviamente e’ viniziani che non manderebbono fuora in uno