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stato di uno, possi ancora con la medesima facilitá ritornare dallo stato di uno alla sua prima libertá. E tanto più, che sanza dubio si può più difficilmente sperare perpetuitá di una famiglia che non si può di una republica; il che se accadessi, potrebbe ancora questo pensiero e discorso non essere del tutto inutile, e massime che, come mostra lo esemplo fresco del tempo in che fu gonfaloniere Piero Soderini, nel quale questa cittá si accostò molto a pigliare forma di buono e laudabile governo, le cose sue non paiono ancora corrotte, né transcorse in modo che sia da disperarsi che non potessino essere capaci di questo bene. Né potrò essere ripreso che io presumma di me stesso, o mi attribuisca troppo, se non essendo di piú ingegno e prudenzia che io mi sia, e stato el piú tempo della etá mia assente dalla patria, mi paia essere sufficiente a dimostrare come s’avessi a introdurre in Firenze uno governo onesto, bene ordinato e che veramente si potessi chiamare libero; il che dalla sua prima origine insino a oggi non è mai stato cittadino alcuno che abbia saputo o potuto fare. Perché in questo discorso non sará parte alcuna di invenzione o giudicio mio, ma sará tutto una sincera e fedele narrazione di quello che altra volta ne fu ragionato da piú nostri cittadini gravissimi e savissimi; el quale ragionamento perché si conservi alla memoria con lo instrumento delle lettere, ho voluto scrivere con quel modo ed ordine che piú volte mi fu recitato da mio padre, che uno fu di coloro che ne parlorono; ancora che, come era consueto di fare el piú delle volte, cercassi piú di intendere la opinione degli altri che dire la sua.

Raccontomini adunche piú volte, come essendo Piero Capponi, Pagolantonio Soderini, cittadini ornatissimi e di grande autoritá, ed egli, andati insieme l’anno 1494 e poche settimane doppo la cacciata di Piero de’ Medici, non so se per voto o per divozione, al nostro tempio di Santa Maria Impruneta, visitorono, nel ritornare, Bernardo del Nero, cittadino giá vecchissimo e molto savio, el quale sequestrato allora dalle faccende publiche per el sospetto grande in che erano quasi tutti quegli che avevano potuto a tempo de’ Medici, si dimorava