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accanto al nome, una stellina od una linea per indicare: sunt ergo citandae ad judicium inquisitionis.

Così termina l’atto istruttorio, scritto maledettamente e con poca cura dall'Arnoldi. Sono 346 pagine e 247 deposizioni di testimoni, l'ultimo dei quali è un Clauser di Romeno, punito con multa per la sua ritrosia nel comparire.

L’ istruttoria è condotta secondo i criteri adottati dal Malleus Maleficorum (1) pag. 222. Non pare però che la corte giudicante si sia attenuta solamente alla così detta norma del Processus per citationem generalem.(2) Perchè, se qualche teste si annuncia spontaneamente, il maggior numero dei comparsi a deporre è definito colla formola citatus; da chi fu fornito l’elenco delle persone escutibili? E’ cosa notevole che nissun ecclesiastico è nel novero dei testimoni: pochissime le persone accademiche: la maggior parte sono contadini. Mancano i nomi delle due honestae personae che avrebbero dovuto assistere al processo, forse si volle trascurare questa norma (Quaest. I, Modus incohandi processum, pag. 223) durante l'istruttoria per applicarla solo nel dibattimento.


Le deposizioni nell’ istruttoria e l'elemento superstizioso.

Le affermazioni dei testimoni hanno quasi tutte una forma onesta: si confessa candidamente di aver sentito dire, si attesta la voce pubblica, la mala fama, non più.

Son, dunque, in gran parte laeviores probationes (M. Quest. I. pag. 225). Qualche volta appare però chiaro l'animus inimicus; una contesa per una gallina, per un porcello, odii inveterati di vicinato sono velati dallo zelo di salvare la purezza delle credenze.

L’elemento superstizioso è scarso di motivi leggendari; è riflesso, quanto pare, dal codice, è parallelo alla materia considerata dalla letteratura contemporanea: non si potrebbe quindi provare dalle sopradette deposizioni l’esistenza d’un folclore, d’una tradizione antica, d’una mitologia lamiaca; una strega deporrà nella seconda parte del processo d’aver sentito parlare delle streghe solo quando s’iniziarono i processi: nulla di più probabile.



  1. Lugdreni, Ms. 6, 69.
  2. L’ invito ad accusare i malefici si faceva a tutti per vincolo di coscienza con un editto affisso ad valvas ecclesiae.