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la giovinezza
Giovinezza, a te sola io m’accompagno.
Tu sai tacere quando son serena,
sai parlare quand’io aspra mi lagno.
Sai ammonirmi con la voce piena
di blandizia: — Ma piangere che vale?
Meglio cantar con voce di sirena.
Mi baleni negli occhi un riso eguale
al tremore d’argento d’una stella,
meravigliando d’ogni mio gran male.
Tenti la lode e mormori: — Sei bella!
e scherzi: – Hai sui capelli una corona...
E m’accarezzi come una sorella
finch’io non ti sorrida : — E tu sei buona!