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il male S'appiatta, a guisa d'aspide che dorme, dentro il più tortuoso penetrale del cuore, questo immedicabil male, lo soffoca talor, incubo enorme.

V'imprime gravi e oscure le sue orme, sigle roventi del dolor vitale, che il calmo orgoglio del voler non vale a cancellar con le sue fredde norme.

Se lo lambisce con insidiosa lingua, v'incita l'anelare muto che invan dissimulato arde e non posa.

Ma, se lo morde, il cuor ch'è solo grida ad invocar perdutamente aiuto, perchè il mal violento non lo uccida.