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Mi dispiace il verso, retorico e convenzionale, che ho sottolineato; ma, nel rimanente, la passione convulsa è costretta dentro argini di tale granitica solidità, che i poeti, non le poetesse, son pregati d’imitare, se sanno. E così è tutto il resto; quando la protagonista legge l’ultima lettera d’amore:

Balenati lampi nelle ciglia chine
della lettrice, è quando un mal represso
desio irrompe in parole ebbre alla fine,

ella ne freme come d’un amplesso;

e quando nelle vie crepuscolari segue, quasi invidiando, la cortigiana imbellettata; e quando ripensa alle glorie ed agl’innumeri amori delle attrici, e quando, deridendo un corteggiatore troppo timido, riepiloga in quattro versi adamantini il suo glaciale disprezzo per se medesima e per il suo sesso:

Ciascuna donna è come una via nuova
che alcun percorra in notte senza luna:
molte sorprese il passegger vi trova;

ma le affronta affidato alla fortuna.

Pari e patta: anche una donna può considerare gli uomini come vili strumenti di piacere:

Poichè, se alcun le sue treccie ha disfatte
od impresse d’un morso la sua gola,
lasciò le sue labbra più scarlatte,

ella è pur sempre quella che va sola.