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Ecco ora Amalia Guglielminetti. La protagonista di Notre cœur ma più sensuale ed ardente, è uscita dalle pagine del romanzo, è divenuta poetessa, si canta e si confessa da sè, quale Guy de Maupassant invano l’amò. Poetessa di qual valore? Evitatemi la pena di tentare una comparazione. Costei è un’artista di tale strepitosa forza che bisogna lasciarla sola.

Le Seduzioni sono il romanzo autobiografico di questo tipo ideale di donna moderna. Romanzo senza intreccio; tutto quanto di momenti psichici, fissati in una settantina di strofe, ciascheduna di tredici versi ordinati in terzine.

La protagonista vive nel suo sogno di folle giovinezza, solitaria e superba, senz’altra gioia fuor di quelle che ad ogni ora le finge la sua voluttuosa immaginazione. Non vale piangere, v’è la Giovinezza, sua unica amica che l’accompagna e la consola.


Tenti la lode e mormori: — Sei bella!
e scherzi: — Hai sui capelli una corona...
e m’accarezi come una sorella

finch’io non ti sorrida: — E tu sei buona!


Altre volte ella ha cantato pene d’amore, nei Canti della Giovinezza, nelle Vergini Folli, che attraverso l’aspra fatica del sonetto, in cui l’alunna di Vittoria Alfieri tormentava la sua cocciuta libertà subalpina desiderosa di classici freni, trasparivano i primi segni della futura perfezione. Aveva cantato la sua pura passione.