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lettere rese Anche talor si rendono i carteggi a chi li scrisse. Partono coperti di baci e tornan crudi di motteggi.

Sembran figliuoli prodighi, inesperti, che rifanno il cammin già un dì percorso ricchi d’oro e di gloria, oggi deserti.

Tornano a chi da sè li svelse. E a sorso a sorso, ancor l’amaro beveraggio s’assapora, con brividi pel dorso.

Si stupisce: – Ma è mio questo linguaggio?

Non più nostre, non più, sembran le frasi di follia. Ora il cuor s’è fatto saggio, forse, e l’amore è già lontano, quasi.