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l’etèra Io t’ho seguita, sotto i primi lumi rossastri d’una sera cittadina, pallida etèra grave di profumi.

E parvi la falena che s’ostina intorno ad una lampada notturna, sempre più attratta e sempre più vicina.

Curiosità di male, taciturna, mi trascinò nell’orbita di quella ch’era del male più goduto l’urna.

Colei che attira asseta arde e flagella, l’ombre accendeva di sua rossa chioma, e molle andando, alla falena snella vampava della sua carne l’aroma.