Pagina:Guglielminetti - Le ore inutili, Milano, Treves, 1919.djvu/91


Per un bacio 83


bacio al prezzo che le ho detto e bisogna che me lo dia qui, questa sera stessa.

Egli aveva tratto dal portafoglio il suo biglietto di banca, lo aveva gettato con un atto di disprezzo sul tavolo, buttandovi sopra una scatola di fiammiferi. Anna-Maria lo osservava con una attenzione fra ironica e stupefatta, aprendo e chiudendo il suo romanzo.

Le pareva impossibile che quel ragazzo, figlio d’usuraio, certo usuraio egli stesso nell’anima, il quale possedeva per la prima volta una somma ch’egli riteneva quasi favolosa, fosse capace di buttarla così per lei, di distruggerla in una rapida fiammata per un bacio.

La stanzetta terrena si riempiva d’ombra e, fatto da questa anche più coraggioso, a grado a grado Albertino giunse in silenzio a sfiorare con le dita i capelli di Anna-Maria, la quale non si mosse.

— Non mi dice di no? — le mormorò tremando all’orecchio, e poichè ella continuava a tacere, s’allontanò di due passi e s’accostò al tavolo.

Si udì lo strofinìo del fiammifero acceso, si vide sprizzare, balenando, la scintilla rossa, poi nell’ombra grave della stanza, una piccola fiamma violacea continuò lentamente ad ardere sopra un vassoio di vetro nel centro della tavola: