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Per un bacio 75

tata con un abito azzurro cupo e un cappello adorno di miosotidi, camminava per una viuzza semideserta di quella cittadina provinciale, ascoltando piuttosto sdegnosamente le parole incerte di Albertino Farri, il quale le faceva da alcuni mesi una timida corte.

Ed Albertino Farri era il figlio di Alberto Farri, lo scaltro usuraio che anni innanzi saliva di quando in quando il lungo viale della villa Delbalzo per lasciarvi, mediante un’affannata firma di moribondo, alcuni sudici e preziosi biglietti di banca.


La casina del dottore, situata sulla strada provinciale un po’ lontano dall’abitato, già appariva splendente sotto il sole di mezzodì, tutta dipinta a strisce rosse e bianche, chiusa nella cintura verde del suo giardino, e Albertino Farri non aveva ancora comunicato alla signora Montani lo scopo per cui egli s’era posto al suo fianco accompagnandola per quasi mezz’ora di cammino.

Poichè egli nascondeva nella parte più intima dei suoi pensieri uno scopo ben determinato e, per raggiungerlo, gli occorreva innanzi tutto renderne partecipe l’insensibile donna dei suoi sogni, ossia la signora Anna-Maria.

Non ostante l’esordio piuttosto trepidante,