Pagina:Guglielminetti - Le ore inutili, Milano, Treves, 1919.djvu/81


Per un bacio 73


ascoltava ora in un silenzio un po’ sdegnoso le parole perplesse del giovine.

— Come sono contento d’averla incontrata questa mattina, signora Anna-Maria! Era quasi una settimana che non la vedevo e temevo che fosse partita, signora Anna-Maria.

Egli insisteva per lusingarla su quei due nomi uniti, dei quali si compiaceva la giovine moglie del medico, che tutti in paese chiamavano più semplicemente la signora Anna o la signora Montani.

Unica figlia del conte Delbalzo, gentiluomo d’antica nobiltà già mezzo rovinato alla morte del proprio padre e morto poi egli stesso in una affannosa miseria con gli uscieri implacabili alla porta della sua camera d’agonizzante, ella s’era adattata a sposare il solo uomo che fosse stato ad entrambi generoso di devota benevolenza e d’aiuto disinteressato, ossia il dottor Montani, il medico quarantenne che aveva curato suo padre.

Uscita a diciott’anni da un aristocratico collegio religioso dove il suo nome e la sua povertà le davano diritto ad un posto gratuito, Anna-Maria era piombata in quella cittadina petulante e tediosa dove la sua bellezza e la sua superbia le avevano creato intorno la più diffidente solitudine, e per quattro anni aveva