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72 | le ore inutili |
fatica la rete di spago ricolma d’ortaggi olezzanti.
— Ella dovrebbe giungere da questa parte, — rifletteva per un momento Albertino imprimendo con le dita un moto vertiginoso al suo leggero bastoncino di bambù e frugando la stradetta ombrosa con lo sguardo acuto.
Ma poichè ella dopo un minuto d’attesa non era ancor giunta, con una rapida giravolta e alcuni passi precipitosi Albertino correva a collocarsi presso un altro angolo a spiare con la medesima inquietudine gaia e impaziente s’ella apparisse.
Ella apparve finalmente quando finì la messa cantata tra i fedeli che uscivano a gruppi dalla chiesa spalancata, tra odor d’incenso e di gigli, e s’avanzò tutta sola, vestita d’azzurro cupo, con un piccolo cappello nero adorno di una coroncina di miosotidi, per la viuzza lunga e deserta a capo della quale Albertino Farri aspettava trepidante.
Quando fu a pochi passi egli si staccò con un balzo e la salutò con un sorridente impaccio timido e ardito al tempo stesso, ponendosi quindi, sebbene non invitato, al suo fianco e proseguendo con lei il cammino.
Ella aveva corrugato le ciglia all’improvviso incontro e risposto freddamente al saluto ed