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50 le ore inutili

viale, fermarsi davanti alla gradinata. Tranesi, con la fascia tricolore al braccio perchè fabbricava proiettili in un suo grande stabilimento metallurgico, lasciò il volante e balzò a terra.

— Non gli trovi una faccia da uomo infedele? — mi chiese Rosalba sottovoce.

— No. Piuttosto una faccia d’uomo enormemente affaccendato, — risposi atteggiandomi a una rigida gravità.

— Ora verrà qui nello studio a scrivere note nei suoi registri, come ogni giorno, — mi avvertì l’amica. E docilmente soggiunse: — Debbo lasciarti sola con lui?

— Sì, ma prima dammi la lettera incriminata.

Ella me la consegnò con atto rassegnato e si allontanò, ma dalla soglia si volse e con un ultimo sguardo implorante depose nelle mie mani i suoi destini.

Tranesi entrò dopo alcuni minuti cantarellando un’aria della Tosca, coi due pugni nelle tasche della sua giubba da casa, dal largo colletto scozzese, e mi s’inchinò profondamente alquanto sorpreso della mia presenza nel suo studio, senza la compagnia di sua moglie.

— Voi, amica mia?