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Scherzi di guerra 43

mandai, meravigliata di quegli irrequieti preamboli, così poco in armonia col carattere della mia amica.

Questa sollevò il seno in un lungo sospiro, crollò il capo, chiuse gli occhi per un momento e rispose con voce grave:

— Perchè è una lettera d’amore.

— Che dici?

— Una lettera d’amore, indirizzata a me, ma scritta evidentemente per un’altra persona, per un uomo che forse non conosco, o che forse conosco troppo bene.

— Scusami, cara. Ma tu sei ancora più incomprensibile della tua lettera.

E glie la strappai dalle dita, l’apersi e percorsi con lo sguardo attento le due pagine e mezza che la componevano, mentre Rosalba seduta di fronte a me, col gomito sul ginocchio e il mento sulla palma, seguiva ogni espressione del mio viso, quasi per cogliervi il silenzioso commento del mio pensiero.

Lo scritto incominciava con le parole: “Mio dolce amor„, che certo alla alemanna pesantezza della signorina Frida erano sembrata la apostrofe più poetica e più patetica per rivolgersi ad un amante lontano, quindi rievocava con alcuni errori di grammatica e molti d’ortografia, una certa gita in automobile, un primo