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Datemi soccorso | 37 |
ridicola ingenuità d’illuso. Questo egli gli aveva seccamente dichiarato e, per quella ridicola ingenuità d’illuso, l’altro, ai piedi di quello stesso apparecchio che gli trasmetteva la beffarda risposta, s’era ucciso.
Un momento prima egli aveva ferito con parole ingiuste e crudeli la dolce amica che gli rimaneva da anni fedele, e mentre ella se ne andava sgomenta, con gli occhi e l’anima pieni di pianto sotto la minaccia di un abbandono, un altro uomo, più sensibile, più giovine, più puro, per lo stesso abbandono moriva.
Si poteva dunque sentire l’amore in modo e in misura così diversi? Quale strano essere era dunque una donna, perchè si potesse apprezzarla fino all’offerta della vita, o sdegnarla fino a volgerle duramente le spalle? E quale dei due sentimenti era più vicino alla verità?
Gustavo Ardenzi s’agitò per alcune ore in questo intimo dibattito, così appassionante per il suo spirito di scrittore e per il suo cuore d’uomo. Non scrisse nemmeno una cartella del suo romanzo, ma verso sera uscì di casa, passò da una fioraia ed ordinò una grande corona di rose, senza nome, per il giovane artista suicida.
Poi, passo passo, giunse fino alla casa della