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36 | le ore inutili |
piccola luce di speranza o d’illusione per resistere al desiderio di morire.
La luce non era apparsa a rischiarare l’ombra della sua disperazione, il conoscitore d’anime, il rivelatore indulgente aveva risposto con uno sdegnoso motteggio; colei ch’egli attendeva attaccato tenacemente a un inganno estremo non sarebbe più tornata alle sue braccia protese, e la forza di vivere gli era mancata d’un tratto, la volontà della fine di tutto era sopravvenuta all’improvviso, come il bisogno d’una liberazione e d’un riposo, e il gesto tragicamente definitivo, che tronca ogni male ed ogni bene, era stato compiuto.
Lo scrittore, col capo fra le palme, rifletteva su quel triste caso umano del quale egli era stato involontariamente partecipe, e un’angoscia irosa verso se stesso lo mordeva, quasi col tormento sottile d’un rimorso.
Perchè non s’era piegato più fraternamente verso quell’afflitto, il quale gli dimostrava tanto abbandono di confidenza da aprirgli interamente il suo cuore, e tale illimitata fede da renderlo arbitro della sua vita e della sua morte?
Forse perchè la sua voce gli era giunta in un momento di arido scetticismo, nel quale il soffrire a cagione di una donna gli pareva una