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I mughetti del professore | 23 |
crollando lentamente il capo e trattenendo a denti chiusi un sospiro.
— Nemmeno io lo conoscevo alcune settimane or sono. Conduceva una vita molto ritirata e laboriosa. Veniva a studio la mattina presto e se ne andava la sera tardi. Mammà diceva che era un giovine molto serio e papà che pagava puntualmente la pigione. Io lo guardavo spesso, nascosto dietro le cortine della finestra perchè mi piaceva molto, ma egli sembrava ignorare persino la mia esistenza. Finchè un giorno, al principio di marzo....
— Al principio di marzo? — ripetè Valenzi trepidamente, rammentando che proprio in quei giorni egli le aveva mandato i malaugurati fiori.
— Sì, ai primi di marzo io ricevetti un bellissimo cestello di mughetti di serra, assolutamente anonimo e subito immaginai che il donatore così discreto di quei fiori non poteva essere che il giovine pittore dell’ultimo piano.
— Ed era lui?
— Era lui. Rimasi tutto un giorno tormentata dall’incertezza, ma il domani lo attesi sulle scale e, fingendo di averlo incontrato a caso, gli chiesi la cortesia di farmi visitare il suo studio, soggiungendo di non essere mai penetrata nello studio di un pittore. Egli rispose schermendosi con timidezza, osservandomi che