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18 | le ore inutili |
luto distratto che lo riempì di timore e di tristezza.
— Ho creduto di renderle un omaggio e invece l’ho offesa, — rifletteva desolato Valenzi, camminando pel viale deserto che lo riconduceva al centro della città dov’egli abitava. E con quella mitezza di cuore che stonava alquanto con l’apparenza ruvida della sua persona, finì con l’ammettere che Diana aveva ragione di ritenersi offesa di quel dono, il quale era certo un atto di eccessiva famigliarità, indelicato e scorretto.
Ma, tornato dopo due giorni al villino Vallebella, trovò la fanciulla completamente mutata. Ella portava alla cintura un mazzolino dei suoi odorosi mughetti e gli corse incontro a mani tese con gli occhi sfavillanti.
— Segga, professore, e parliamo di poesia. Ma niente Leopardi, niente malinconie! Oggi mi sento più gaia di un’allodola e sono disposta soltanto ad ascoltare cose liete.
— Me ne rallegro signorina.
— Se ne rallegri, se ne rallegri pure. Vede questi mughetti?
— Li vedo.
— Ebbene, ne ho ricevuto un cestello pieno, un dono squisito che è una meraviglia, un gioiello, un amore.