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174 | le ore inutili |
occhiello e più di tutto la meravigliosa perla che gli brillava sul petto.
Ma Giorgio non sorrideva e continuava a stringerla a sè con un fervore quasi selvaggio che stonava con l’impeccabile mondanità del suo abito.
— Ci rivedremo, non è vero? Giurami che ci rivedremo presto laggiù.
La sua voce tremava di tale intensità che la donna guardandolo ne fu scossa, tanto più che quella sera egli era bellissimo, così snello elegante pallido, vero tipo di razza, chiuso nel nero e nel bianco di quella cornice severa.
— Forse, — ella promise a mezzo, sorridendo ambigua e guardandolo di sotto in su, con quel suo sguardo sfuggente che le dava talvolta un’espressione subdola e falsa.
— Non dirmi forse. Dimmi di sì. Giurami che verrai.
— Forse! — ella ripetè con voce lunga, indolente, quasi distratta.
Egli la guardò. Vide la direzione dei suoi occhi, seguì il gesto della sua mano e le sollevò il volto afferrandola alle tempia.
— Ti piace? — le domandò quasi torvo.
— Molto, — ella mormorò fissandolo senza batter ciglio.
Allora Giorgio Sanminiato dimenticò che