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172 | le ore inutili |
divano e le baciò una spalla. Ma ella in quel momento si alzò e gli offerse le mani in un gesto di saluto e di congedo.
— Adesso lasciami, — disse — ho tante incombenze da sbrigare, tante disposizioni da prendere per questa partenza.
— Quando andrai via?
— Posdomani, col treno del pomeriggio.
— Permettimi di vederti un momento domani sera.
— Sì, ma un momento solo, dopo le dieci.
Ella lo accomiatò, concedendo a un lungo bacio avido le sue palme tepide e morbide; e rientrò nelle sue stanze, dove il disordine di quell’affrettata partenza ammucchiava alla rinfusa le cose più diverse e sovrapponeva i più stridenti colori, con una vivace brutalità zingaresca.
— Questa sera accompagnami alla prima della Carmen, — gli disse il domani sua madre, la marchesa di Sanminiato, che era una donna molto mondana e ancora assai piacente nonostante i quarantacinque anni abilmente nascosti e la pinguedine vigorosamente imbustata.
— Potrò rimanere con te durante il primo atto soltanto, — rispose seccato Giorgio che