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166 | le ore inutili |
nutriva del proprio veleno, una belva che ogni giorno si dilaniava coi suoi stessi denti. Addio, Riccardo. Tu meritavi una compagna migliore di me. E perdonami se non so nemmeno chiederti perdono.
S’avvolse con rapidi gesti in un mantello. S’attorcigliò un velo intorno al capo e fuggì correndo incontro al suo nuovo destino.