Pagina:Guglielminetti - Le ore inutili, Milano, Treves, 1919.djvu/17


Il ritratto a pastello 9

plice e più vera del mio pensiero, — ribattè con una risoluta e pacata fermezza la donna. — Mi sei appartenuto esclusivamente per oltre due anni, o almeno io ebbi di questo esclusivo possesso l’assoluta convinzione. Non posso e non voglio condividerti consciamente con un’altra donna, sia pure tua cugina, sia pure una moglie che ti è imposta dalla parentela. Ti prego, anzi, ti impongo di scegliere fra lei e me, ossia di rinunziare definitivamente all’una o all’altra.

Dino Altavilla l’ascoltò in piedi, a ciglia corrugate, torcendo la bocca in una espressione di tedio irritato.

— Io non vedo affatto la necessità di correre ad un ultimatum di questo genere — tentò di scherzare con qualche ironia — e di creare un dramma di una situazione così semplice. Esistono infiniti uomini che posseggono insieme una moglie tollerata e un’amante adorata, senza essere costretti a rinunziare all’una o all’altra. Sono queste le vicende più comuni della società moderna.

— Ebbene, le vicende più comuni della società moderna non fanno al caso mio, e non le accetto — proruppe aspramente Ottavia, alzandosi d’impeto ed incominciando a ravviarsi con gesti nervosi i capelli dinanzi allo specchio dell’armadio.