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L’INTRUSA.

Nello scompartimento “signore sole„ le due donne viaggiavano d’oltre un’ora senza dirsi una parola, quasi senza guardarsi, immersa ognuna nei propri oscuri pensieri. Non si conoscevano: gli occhi, l’anima, la vita dell’una erano completamente ignoti agli occhi, all’anima, alla vita dell’altra, eppure un’intima, segreta preoccupazione, quasi un indefinibile disagio non le lasciava completamente indifferenti ed estranee come due viaggiatrici che l’indicazione di un orario ferroviario avvicini per alcune ore e poi separi per sempre.

Ognuna confusamente avrebbe desiderato che l’altra non fosse là, seduta in faccia a lei, con l’ombra di un occulto dolore diffusa sul volto stanco, con la traccia di un pianto recente sulle palpebre enfiate, con la piega dell’amarezza sulla bocca pallida.