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132 | le ore inutili |
— Mi dica, mi dica, amica mia, che debbo fare? Mi supplica fra le lagrime di andare a vivere con lui. È solo, è vecchio, è malato. I miei fratelli sono tutti sposati e vivono lontano. Ha saputo, non so come, ch’ero ferito, è riuscito a trovarmi e vuole trascinarmi via con sè. Che debbo fare?
Ella tentò di sorridere come prima, come sempre, ma le sue labbra ebbero solo una contrazione dolorosa. Anche la sua voce tremò e suonò alle sue stesse orecchie mutata mentre ella diceva con uno sforzo:
— Non può rifiutare. Vada, vada con suo padre. A un vecchio padre che prega non si può dire di no.
V’era nelle sue parole un sapore un poco amaro, che Dario confusamente sentì. Egli soggiunse:
— Si stava tanto bene qui insieme noi due. La sua amicizia mi ha guarito. Debbo restare, mi dica, debbo restare? Mio padre ha sempre contato così poco nella mia vita! Un’amica è talvolta più d’un consanguineo. Non dipende che da un suo consiglio. Che debbo fare?
Ella inghiottì il nodo di pianto che le serrava la gola e con un sorriso quasi eroico mormorò quel consiglio:
— Vada. È bene che vada.