Pagina:Guglielminetti - Le ore inutili, Milano, Treves, 1919.djvu/138

130 le ore inutili

episodi di trincea del tempo che l’aveva preceduto.

Bianca se ne rallegrò come di un proprio trionfo. La prima volta ch’ella aveva arrischiato su quell’argomento qualche domanda, egli s’era oscurato in volto rivolgendo altrove lo sguardo pieno di terrore e balbettando a stento: — Non so, non so, non ricordo. La prego, non parliamo di questo.

Dopo qualche tempo egli incominciò a osservarla e a commentare gli abiti che Bianca indossava, dimostrandosi abbastanza esperto in fatto d’acconciature femminili. La giovane donna rideva del suo fresco riso comunicativo e lo canzonava amabilmente, incitando la sua vanità di bel ragazzo, certo un tempo fortunato conquistatore. Ed egli si prestò tutto lieto a quel gioco elegante, si pose a farle una piccola corte fra galante e tenera, dimenticò d’essere un convalescente, quasi ancora un malato.

Non zoppicava più quand’ella lo guardava, discorreva con leggerezza e con spirito delle molte cose che la sua avventurosa esistenza gli aveva insegnato e si compiaceva di stupire Bianca ripetendole una frase amorosa in tutte le quattro o cinque lingue ch’egli correntemente parlava.

Ridevano insieme come due ragazzi guaz-