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La salvatrice 129


Insieme si diressero alla piccola pensione quasi deserta, ella moderando il suo passo agile e svelto, egli appoggiandosi meno penosamente al suo bastone. E tornarono nel pomeriggio presso il mare, l’una per fare il consueto bagno, l’altro per affondare nella sabbia calda la sua gamba non ancora risanata e chiedere alla salsedine e al sole la guarigione della sua carne inferma.

Ma Bianca Selmi aveva intrapreso, senza quasi ch’egli se ne avvedesse, la guarigione del suo spirito assai più gravemente malato del suo corpo e gli parlava, lo interrogava, gli sorrideva, scuoteva quell’anima dalla sua fosca inerzia, gli metteva nella mente baleni e battiti nel cuore.

A grado a grado il doloroso intontimento del suo cervello che un terribile spettacolo di carneficina e di morte aveva riempito di confusione, di smarrimento, d’orrore e forse annebbiato per sempre, si risollevava, sospinto da quell’incitamento, in una luce nuova e diversa, riacquistava vigore e disciplina, viveva di una propria vita, guariva.

Dario Restani potè dopo una settimana raccontare alla sua amica, con una certa lucidità di memoria e d’impressioni, le fasi dell’assalto al quale aveva partecipato e alcuni