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114 | le ore inutili |
sari, — il bell’Arturo ha ricevuto stasera la sua solita lettera color mauve.
— E s’è pasciuto di quella, — finì la minore in un trio di risatine.
— Sapete che ha fissata da otto giorni una camera accanto alla sua?
— Per la signora color mauve?
— La quale non si decide ad arrivare.
— Che sciocca!
Le voci si confusero con lo sciacquìo dell’onde e Arturo uscì dall’ombra protettrice e si diresse quasi di corsa alla sua stanza. Non aprì la chiavetta della luce per non attrarre le zanzare e si appoggiò alla finestra fumando e meditando su quella conversazione, senza sapere se ne fosse divertito od offeso. — Il bell’Arturo, la camera attigua, la signora color mauve.... Tutto ciò era abbastanza buffo ed egli a poco a poco incominciò a sorriderne, come d’una piccola farsa di cui egli fosse l’involontario protagonista. Poi, richiuse la finestra, accese la luce e scrisse a sua madre una lunga lettera piena di affettuoso rammarico, che finiva col racconto esilarante della signora color mauve....
Il domani la camera accanto fu occupata da un maturo signore reumatizzato; e non appena Arturo scese s’imbattè nel vestibolo con la