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Il bell'Arturo 113


Invece Arturo, così ordinato e tranquillo e saggio, non aveva bisogno di lei. Arturo sapeva vivere solo con la sua bella salute, con la sua vigorosa prestanza e con la sua educazione inglese che lo aveva fortificato di spirito e di muscoli. E Arturo passeggiava su la fine sabbia della spiaggia coi suoi sandali silenziosi, gualcendo con le dita irose la lettera color eliotropio, mentre la luna piena sorgeva dal mare.

— Stasera il bell’Arturo non è apparso a pranzo, — disse la voce un po’ roca della marchesina Oltano che aveva trent’anni e tutti i desideri nei begli occhi dalle palpebre così brune che parevano bruciate dalla fiamma dello sguardo.

Ella scendeva la gradinata del giardino al braccio delle due sorelle Fusari, e tutte e tre s’avviavano verso l’argento tremulo dell’acqua. Egli ebbe appena il tempo di appiattarsi nell’ombra, vergognoso del suo abbigliamento così poco notturno e insieme più urtato che lusingato da quell’accenno amabilmente ironico alla sua persona.

— Già, — insistette la maggiore delle Fu-