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amalia guglielminetti

padre per un affare e nessuno lo vide più ritornare nè ricevette da lui cenno di vita. Anche la corrispondenza con Livia dovette presto cessare perchè, dopo i primi giorni d’umore abbastanza gaio, ella divenne quasi improvvisamente taciturna ed aspra, affermò di sentirsi stanca e rifiutò ostinatamente di giocare e di danzare coi suoi molti adoratori.

Fu allora che la speranza nacque nel mio cuore illuso e che durante le sue ore di solitudine irosa e scontrosa le offersi col più umile ardore il conforto, fosse pure vano, della mia compagnia.

Ella mi punzecchiò dapprima malignamente di motteggi e di frizzi talvolta velenosi, i quali venivano dal suo cuore amareggiato e deluso: poi a poco incominciò ad ascoltarmi in un silenzio chiuso ed ostile, che giorno per giorno diveniva alquanto più dolice e più amabile, finchè s’arrese, completamente disarmata.

Ormai ero diventato il suo compagno di tutte le ore e destavo senza volerlo l’invidia e la gelosia degli antichi amici suoi, i quali si congratulavano sarcasticamente con me per la mia magnifica conquista e con lei per avere affascinato ed ammansato il selvaggio poeta che disdegnava il mondo e le sue vanità.

Livia pareva non preoccuparsi delle chiacchiere e dei pettegolezzi che ci attorniavano ed

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