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amalia guglielminetti

mi vedo costretta a ritirarmi nella mia stanza ed a lasciarvi pranzare soli.

— Bisogna che io me ne vada, — ella si ripetè durante tutta la notte; e durante i giorni che seguirono l’idea dominante più non l’abbandonò, anzi andò divenendo ora per ora più insistente e più smaniosa.

Col trascorrere implacabile del tempo s’avvicinava l’arrivo di quell’uomo temuto, s’avvicinava il momento di guardarlo, d’essere guardata e riconosciuta, ed a questo pensiero i suoi denti scricchiavano nello sforzo di trattenere un gemito.

Sapeva, sentiva ch’egli non le avrebbe fatto cenno del passato, ma sapeva, sentiva che un lungo riso irrefrenabile, una risata di sorpresa e di scherno, di beffardo compatimento e di gaudio perfido l’avrebbe colpita in pieno, l’avrebbe investita come un getto di vapore asfissiante e corrodente.

Sapeva che subito dopo egli si sarebbe trascinato seco il suo povero fratello ignaro, la cieca vittima di quel comico inganno, l’ingenua preda caduta in un equivoca rete di astuzie e con motteggi aspri ma con franca brutalità lo avrebbe ampiamente istruito sul passato della baronessa Almichi, della donna destinata a divenire sua suocera.

Ed ecco che la sua unica ragione di vita per sè è per sua figlia, il bene supremo a cui

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