Pagina:Guglielminetti - La porta della gioia, Milano, Vitagliano, 1920.djvu/233




l'ombra che scende

tirsi veramente madre, una madre appassionata sotto l’apparenza del comune affetto, vigilante e confidente, una onesta mamma borghese, limitata di aspirazioni, perfetta di sacrificio, la quale non cerca che di abolire sè stessa ritraendosi nell’ombra della figliuola, e non pensa che a procurarle un conveniente matrimonio.

Elda non le rassomigliava; era snella e bruna, con due splendidi occhi neri e una grazia fragile e carezzevole che chiedeva protezione, ma vestite entrambe di nero con la medesima sobria eleganza, parevano quasi due sorelle un po’ dissimili d’anni e di persona, per la freschezza ancor giovanile dell’una, per la serietà composta, dovuta all’educazione monastica dell’altra.

Il lutto severo dissimulava l’eccessiva vistosità della persona d’Anna Maria, ne velava il fulvo splendore dei capelli, ne fondeva, smorzandoli, quegli atteggiamenti e quei gesti di eccessiva disinvoltura ch’erano i residui, talvolta ancora apparenti, dei suoi trascorsi.

Passarono l’inverno in un mite tepore di simulata primavera ed in una deliziosa solitudine fraterna di affettuosa famigliarità, attaccandosi l’una all’altra in un abbandono pieno di confidenza pel cuore schietto di Elda ma irrequieto di oscure ansie per l’esperienza amara di Anna Maria.

Ella sapeva che il suo passato poteva nuo-


— 231