Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
l'ombra che scende |
sca delle altre nel suo arredo bianco e oro; ed alla cameriera, che la seguiva aprendo e rinchiudendo con solerzia tutte le porte, ella disse con una improvvisa risolutezza illuminata di un tenero sorridere:
— Questa sarà la sua camera da letto.
Clelia sollevò nel viso squallido i suoi piccoli occhi ed attese una spiegazione.
— Elda dormirà in questa stanza. Domani andrò a prendermela in collegio e la terrò qui con me, per sempre.
— La signorina?
— Sì, Elda, mia figlia. Non ti pare che sia giunto il momento di liberarla? Non sospira altro, povera piccola. Un tempo ciò non era possibile, ma nelle condizioni presenti sarà permesso anche a me di avere una figlia.
La sua voce, quasi sempre aspra e sempre priva di fusione e d’armonia, stridette in un breve sogghigno di sfida, il quale divenne saturo d’amarezza quando Clelia le osservò:
— Ha ragione: la signorina ha vent’anni, dovrà presto prendere marito.
Anna Maria la fissò negli occhi.
— Clelia, tu credi che mia figlia possa trovare un uomo che la sposi?
— Certamente, signora.
— Un uomo buono, onesto, capace di renderla felice?
— 225 |