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come guarì luciana vannelli

condiscendenza il signor Vannelli. — Ormai sono sulla via delle concessioni e porterò anche a tua madre il gradito messaggio.

— Come sei buono!

— In fondo, non ho fatto anch’io a trent’anni, quello che oggi tu fai? Forse io non ne avevo colpa e forse non hai colpa nemmeno tu.

— Sai di chi è la colpa nel caso mio? — arrischiò Luciana con una vocina ardita, accarezzando ad occhi bassi la mano di suo padre. — È tutta del dottore che mi ha ordinato due o tre mesi di vita campagnuola. Se non era per questa ragione io non sarei andata lassù e non avrei incontrato Arrigo.

— Il medico ti ha prescritto una cura di vita primitiva e tu, constatato che giovava alla tua salute, hai deciso di adottare senz’altro la cura per il resto dei tuoi giorni.

— Sì, babbo, — rise Luciana rasserenata, baciandolo sulla tempia calva. — Ho fatto male?

Egli la guardò per la prima volta in fondo agli occhi con quella gravità penetrante che costringeva i suoi soggetti a tremare di rispettoso timore, poi si alzò appoggiando le due mani alle spalle di sua figlia e rispose senza sorridere:

— Questo lo dirà l’avvenire.

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