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amalia guglielminetti

cappello, il velo che avrebbe indossato la sera e rimase alquanto a riflettere se dovesse scrivere a sua madre un biglietto per renderle manifeste le ragioni della sua fuga. Ma con alcuni argomenti già meditati il giorno innanzi si persuase dell’opportunità di non lasciare indizi che potevano essere trovati troppo presto e porre qualcuno sulle sue tracce innanzi tempo, nuocendo ai suoi disegni.

Scesa a pranzo, toccò appena i cibi con tale evidente disgusto che la signora Magda, piuttosto impensierita, le consigliò di andarsene presto a letto, e di inghiottire come cura preventiva una pastiglia di chinino.

Luciana sorrise di quei timori e l’abbracciò assicurando che stava benissimo e che cadeva dal sonno, e salì nella sua stanza correndo, pel bisogno di trovarsi sola, coi palpiti così accelerati in fondo al petto, che il gran vento tutto impeti e grida della profonda sera le pareva accordarsi col ritmo del suo respiro.

Era ella stessa un solo battito dalla fronte alle caviglie, un solo fremito dalla nuca al piede, e le stelle di cui si adornava la notte imminente, simile a una donna innamorata che volesse piacere all’amor suo, tremavano anch’esse, come se posassero sopra un seno agitato da palpiti fremebondi.

Tacquero a poco a poco tutti i rumori della

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