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come guarì luciana vannelli


Sapeva che l’amico suo avrebbe errato durante quelle ore attraverso alla foresta tante volte percorsa al suo fianco, e lo vedeva seduto sul tronco arrovesciato, morbido di licheni, dove sostavano a riposare; lo vedeva accartocciare con la destra nervosa le orecchie del cane accovacciato al suo piede, mordendosi la nocca dell’indice sinistro, gesto che gli era consueto nei momenti di agitata perplessità. Poi balzare al sibilo di un pennuto tra le fronde alte, afferrare il fucile, mirare un attimo, sparare e correre ad afferrare la vittima caduta, con un sorriso di trionfo sul bel volto di giovine dio silvano.

Quando ella scese all’ora del pranzo, sua madre le domandò perchè si fosse trattenuta in casa tutto il pomeriggio.

— Non mi hai detto di preparare le cose mie? Non mi hai avvertita di apparecchiarmi alla partenza? Ho obbedito, — ella rispose con una soave rassegnazione che intenerì la signora Magda.

— Confessa che in fondo non ti dispiace affatto di lasciare questo romitaggio, dove si passano le giornate a sbadigliare. Ci siamo assoggettate ad un vero sacrificio, ad una vera menomazione della nostra personalità in questi due mesi di completa solitudine e di compagnie troppo inferiori. Lo abbiamo fatto abbastanza volontieri, col docile adattamento delle persone ragionevoli, tu per giovare alla tua salute, ed io per giovare

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