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amalia guglielminetti

ciocche ricadenti in capricciosi riccioli lungo le gote.

Ma Arrigo non parlò e nella stanza già in ombra pel tramonto imminente e pei tralci di vite che incorniciavano le finestre si diffuse un improvviso silenzio.

Ella, tuttora immobile dinanzi allo specchio, non potè più troncarlo col suo ridere inquieto. Sentì Arrigo avanzare verso di lei con un passo muto, raggiungerla lentamente, quasi sospinto da un’altra volontà più forte della sua, sostare un attimo esitante alle sue spalle, ma già così accosto ch’ella ne sentiva l’anelante respiro.

Avrebbe potuto volgersi, fermarlo con un gesto freddo e con una sdegnosa parola, ma in quel momento non rammentò che egli fosse considerato nel mondo qualche cosa da meno di lei stessa.

Egli non era più che un desiderio d’amore, ella non era più che un’attesa d’amore e il sentirsi ghermita da quelle braccia avvincenti, baciata da quella bocca vorace le dette un tale spasimo di felicità ch’ella credette di morirne.


Ripartito il fratello e tornata sua madre, Luciana ripigliò il vagabondaggio ozioso e igienico sulle pendici selvose, ma vi si avviava ora

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