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dite la verità


— In nome di Dio, chi t’ha dato il permesso d’andartene così?

— Tu stesso col tuo inqualificabile contegno, — gli rispose Fausta freddamente, con gli occhi balenanti sotto l’ombra del velo nero. — Ho subito per otto mesi la tua brutale franchezza e la prima volta ch’io mi permetto di dirti una piccola, innocente verità tu me ne fai una colpa gravissima e mi copri di vituperi come l’ultima delle disgraziate. Ora basta, mio caro. Ne ho a sufficienza della tua sincerità. Vado a rifarmi da mia zia Camilla, che è almeno una persona educata. Addio.

Egli la vide così diversa dalla dolce e remissiva Fausta d’un tempo, la vide così risoluta nella sua improvvisa ed aspra decisione, e la sentì non ostante tutto così giusta, alta e nobile nel suo orgoglio di donna onesta ferita a morte, che non potè muovere altro gesto, nè tentare altra parola per trattenerla.

L’udì scendere le scale col suo passo leggero, udì echeggiare nell’andito della vasta casa il rimbombo sonoro della porta che si rinchiudeva alle sue spalle.