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amalia guglielminetti

schiamente conservato il primitivo colore bruno dei capelli.

— Accanto a questa donna così ben dipinta io devo sembrare un’ombra evanescente, — si diceva durante il pranzo la signora Delisi, gettando qualche sguardo inquieto al grande specchio antico incassato nella parete di fronte, dove il biondo-cenere dei suoi capelli pettinati con semplicità e il grigio-perla della sua veste appena scollata dileguavano e si perdevano assorbiti dalla violenza dominante di quell’oro e di quel verde.

Quando a mezzanotte passata gli ospiti si ritirarono, ella ripetè sorridendo queste osservazioni a suo marito, e scherzando gli chiese:

— Tu che ami tanto la verità e la sincerità mi permetteresti di tingermi i capelli a quel modo?

Senonchè, mentre s’aspettava da Massimiliano una risata sdegnosa e una frase pungente all’indirizzo della signora Silvia lo vide invece assumere un’aria grave e stringersi nelle spalle:

— Innanzi tutto io non credo che quei capelli sieno tinti, — egli dichiarò. — Quello è il famoso biondo-tizianesco che è sempre esistito senza bisogno di ricorrere alle tinture.

Sua moglie trasecolava.

— Ma se ha le ciglia e le sopracciglia nere! È vero che pure quelle sono dipinte ed anche le labbra, le orecchie e le unghie.

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