Pagina:Guglielminetti - La porta della gioia, Milano, Vitagliano, 1920.djvu/149




dite la verità


— Adesso costoro s’offendono e tornano indietro, — riflettè palpitando d’ansia la signora Delisi nell’attimo di silenzio che seguì quelle parole.

Ma Furio e Silvia Artali risero sonoramente, il primo battendo la palma aperta sulle spalle dell’amico, l’altra infilando con graziosa familiarità il suo braccio nel braccio di Fausta.

— Se è così, avremo anche diritto alla vostra eterna gratitudine, — dichiarò il fratello. E la sorella aggiunse cingendo la vita della sua ospite:

— E noi due incomincieremo col darci del tu.

Fausta frattanto, a cagione del fitto velo, non sapeva ancora che faccia avesse quella sua novella amica a cui dava con qualche esitazione del tu, ma quando la vide scendere mezz’ora dopo in sala da pranzo, la guardò con una meraviglia ammirata e turbata al tempo stesso.

La giovine vedova doveva prediligere il color verde perchè la sua lunga persona sottile era avvolta in una spirale di lucida seta molle di color smeraldo, da cui traevano uno straordinario risalto la sua carnagione molto bianca e i suoi capelli d’un biondo acceso a riflessi d’oro, evidentemente tinti con un mirabile artifico.

Ella ne rimase così colpita che dimenticò di notare la corretta e disinvolta eleganza di Furio Artali, il quale rassomigliava nell’alta e smilza persona alla sorella, pur avendo più ma-

- 147